Orientalismi politici

Io ogni tanto parlo di Politica, o di tendenze orientali politiche.
Ammazzo subito il toro e dico che io sono (sarei) di destra, o una sua branca, ovvero per un lavoro (s-lavoro, disinteresse, inettitudine) sulla persona, sull'individuo. Sono per questo coso dell'individuo, o giù di lì, non volendo eccedere in definizioni e similia, come i grandiglioni della terra. Della massa so occuparmene meno (concettualmente, soprattutto): questo ha a che fare col reazionario... penso, da quel che so.
PERO' in Italia come si fa ad essere di destra? Non si pole. Non si pole perché in Italia tutto ciò che è di destra è conservazione interessata (ne esiste un altro tipo?), tendenza liberticida e fascistoide, se non proprio fascista, incremento di sperequazioni sociali, xenofobia, clientelismo e chiusura al liberismo commercial-economico e anche altre cose nefande come la retorica del lavoro/merito (una cazzata) e delle istituzioni, la patria lo Stato... Na merda insomma, come la Chiesa, sua parente stretta. Sputino.
Quindi io o non vaco a votare, oppure, conoscendone i limiti e le pecche (enormi, retoriche e spesso coincidenti con alcuni punti di sopra, anche dei peggiori) e criticandoli, voto a sinistra.

Ciao

Commenti

  1. Ne parlavo proprio l'altro giorno.
    In Italia non esiste un partito che sia espressione liberale e libertaria del tutto disinteressata. In Italia la destra coincide, purtroppo, con gli interessi di una classe imprenditoriale che ha tutta l'intenzione di farsi gli affari suoi a discapito del popolo. E poi la destra viene demagogicamente accostata al fascismo e a tutte le manifestazioni becere da esso derivate quali il razzismo, l’uso della coercizione per ottenere il consenso ecc.; atteggiamento e deduzione inesatti anche perché sia il Nazismo che il Fascismo sono stati invece dei movimenti sociali che con la destra storica non avevano nulla a che fare. Io credo peraltro che solo in Italia esista questa analogia destra= fascismo e sinistra=comunismo.

    Nemmeno a me piace il comunismo inteso nella sua espressione marxista: non mi piace perché considera l'essere umano in un'accezione esclusivamente economica, riducendolo a coefficiente di un sistema di base sostanzialmente economica. Il comunismo, inteso così, è solo l'altra faccia del capitalismo, ma non meno spietata e non meno alienante. E infatti è nato come risposta al Capitalismo.
    L’essere umano è un individuo a sé, complesso e non riducibile alla parte di un tutto, indi per cui non deve essere necessariamente assimilato ad un organismo.

    Un romanzo che esprime benissimo quello che intendo è "Buio a Mezzogiorno" di Arthur Koestler. Se non l’avessi letto, te lo consiglio.

    Io sono dalla parte dei diseredati e gli sfruttati di tutto il mondo, fortemente allergica ad ogni tipo di ingiustizia (sociale, esistenziale ecc.), e questo probabilmente fa di me una persona di sinistra, ma non mi piace definirmi comunista perché rifiuto ogni tipo di ideologia ed ogni coartazione del pensiero che possa indulgere ad una massificazione di esso. Ecco, se proprio dovessi definirmi, “etichettarmi” - per quanto sia un’attribuzione che detesti, questa delle etichette - direi che sono antispecista, termine che include sostanzialmente il rispetto di ogni essere vivente (lungi da me qualsiasi tipo di discriminazione) e il rifiuto della violenza.

    Non mi so definire politicamente.
    Anche perché la mia visione del mondo è più filosofico-esistenziale. Poi certo, “tutto è politica”, come dice Truffaut ne L’ultimo Metrò, intesa come participazione del cittadino - a partire dalle proprie singole scelte - alla vita pubblica civile.

    Non vado a votare da diversi anni e proprio perché non trovo nessuno che sappia anche solo avvicinarsi alla mia visione del mondo, che in nessuna maniera vuole essere economica.
    Dentro mi sento anarchica, ma riconosco l’importanza di stabilire e rispettare delle leggi (il famoso patto sociale teorizzato da Hobbes), altrimenti ci scanneremmo tutti tra noi. Lo facciamo comunque, ma almeno l’omicidio, il furto ecc. vengono socialmente stigmatizzati.

    Un saluto e ancora buon anno :-)

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  2. Il discorso sarebbe lungo.
    La lega per esempio ha una base socialista, nazional-socialista e populista (razzista e secessionista, di una carica nettamente violenta), a differenza del pdl che fa uno schifo tutto a sé, ma di socialista non ha niente se non qualche amico di berlusconi di vecchia data. un partito votato alla persona e tendente esclusivamente agli interessi sui e dei sui clienti amici. credo sia e sia stato un dei partiti più corrotti della storia dell'europa, credo abbia rappresentato il più becero liberismo illiberale d'avanguardia. agli italiani la persona autoritaria piace.

    la democrazia avrebbe più a che fare con quello che si intende generalmente per "natura" mentre uno stato oligarchico o monarchico ha a che fare con istanze culturali, antropologiche. in una democrazia borghese dovrebbero essere la bravura le qualità e la capacità personale ad alterare l'ordine sociale (su questo dovremmo discutere parecchio) ed anche quello politico. è un po' come succede (oltre le magagne) nel calcio. Maradona è il più grande calciatore sulla faccia della terra ed è arrivato da una favelas argentina, villa fiorito, dove i bambini giocavano a pallone coi gomitoli di stoffa e lana...

    in un ordine monarchico le classi sono chiuse e non c'è possibilità di scambio. la natura è soffocata a favore della cultura, cioè a favore delle decisioni che l'uomo ha imposto e si è imposto.

    in democrazia, ora e sempre, l'antropologico tende, ovviamente, a rifeudalizzare la natura. a creare sistemi di clientele e famiglie; e chi aggrappandosi al razzo del boom economico lanciato coi soldi del debito pubblico ha fatto fortuna, ha trovato la sua America, ora non vuole assolutamente perdere nemmeno un ettaro di america. i liberali, coloro che si ritengono tali, non vogliono altro che finanziare partiti che col cazzo sono liberali, sono solo armati per difendere la terra dei loro padroni che con un po' di bravura e con tanto culo ebbero quella terra.

    del comunismo sovietico non c'è molto da dire se non che era (ed è) l'altro braccio di un amorfo e terribile bestione totalitario e dittatoriale, al pari di quello tedesco o italiano.

    un saluto anche a te, Biancaneve, e di nuovo buon anno

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  3. "La lega per esempio ha una base socialista, nazional-socialista e populista (razzista e secessionista, di una carica nettamente violenta)"

    Verissimo. In questi giorni che sono uscita un po' più spesso di casa (sai, per fare qualche regaletto di Natale, vedere amici ecc.) mi sono resa conto di una cosa tristissima: la Lega fa leva su una demagogia proprio di infimo livello, istintuale, di pancia e conquista psicologicamente gli elettori più semplici - quelle persone incapaci di comprendere la complessità della realtà e del tessuto sociale in cui vivono, nonché l'evoluzione della storia umana nei secoli, dei flussi migratori necessari, della bellezza ed importanza della multicultura - incoraggiandoli ad odiare gli extracomunitari, il diverso e strumentalizzando le loro pulsioni più ataviche.
    La sera di capodanno ero a cena da amici ed era presente la madre anziana di un invitato, la quale si espressa a favore della Lega, e così anche un altro ragazzo perché, a loro dire, se il lavoro manca la colpa è degli extracomunitari. Come parlare a persone così? Cosa dire? Ho tentato di intraprendere un discorso un tantino più complesso, ma alla fine mi sono scoraggiata. Era come parlare al nulla.
    In giro per negozi mi è successa la stessa cosa: una signora che si lamentava dei scarsi affari ha detto che la colpa è tutta dei Cinesi e che li odia e che morissero tutti e che la Lega c'ha ragione.
    Da questi ed altri episodi (per me aberranti) mi sono resa conto di quanto la Lega sfrutti e strumentalizzi il discorso dell'immigrazione sulla base della paura atavica del "l'altro" visto come invasore che viene a rubare il pane.

    Una mia prof.ssa universitaria, docente di economia politica, mi disse che invece secondo lei la Lega in realtà vuole la secessione solo per motivi fiscali, avendo tutto l'interesse di voler creare una sorta di paradiso fiscale poiché tutto il grosso dell'imprenditoria in effetti è situato al nord Italia, soprattutto nel Veneto e Lombardia e che in realtà al discorso della paura dei Musulmani, del razzismo ecc. e del sud non ci crede realmente, ma lo usa per per il popolo, per convincere la massa, appunto strumentalizzando e sfruttando psicologicamente certe reazioni di "pancia".

    Che dire? Io rimango sempre più basita di come in effetti certi discorsi demagogici poi funzionino realmente sulla gente.

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  4. Ma, scusate, in italia non è mai esistita una destra seria o una sinistra seria: esistono una destra e una sinistra politiche, più o meno variegate. Lo specchio preciso dei loro mediocri leader e purtroppo dei loro ancor più mediocri elettori.

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  5. @Biancaneve, sul fatto della Lega e dei suoi interessi torniamo a bomba, cioè che "tutto è politica", o meglio, che ogni pensiero vagamente o meno vagamente ancorato al sociale (ma anche ciò che non ha nulla di sociale -espresso nelle varie forme, una fra tutte:l'arte) può essere ricondotto come acqua al proprio mulino politico e quindi al proprio tornaconto contingente.

    Sulla lega, ti dico, è una forza politica illiberale e filo antiparlamentare. Qualcosa vorrà dire, no?

    @Lunariu
    prima di tutto benvenuto.
    non sono molto d'accordo con quello che dici,però, perché è dal pensiero che hai espresso che ha tratto slancio elettorale (ed una sua giustificazione politica iniziale) quel buffone di berlusconi.
    Mi spiego meglio, sennò non si capisce. in una democrazia solo i partiti hanno il potere di muovere qualche sasso(lo stesso Pasolini nel suo criticismo feroce non era qualunquista, credeva nei partiti), se alcuni organi di informazione o di mediazione in genere mettono in piedi una campagna d'odio (come sta accadendo ora, per esempio) contro la politica, stai certo che ha un interesse enorme a farlo e non è al cento per cento un interesse "collettivo". La politica, quella tossica, va denunciata e criticata, ma non bisogna gettare tutto alle ortiche perché anche in mezzo alle stoppie c'è sempre qualche "entità" (il discorso che stiamo avendo io e Biancaneve sopra) che si prenderà quello che hai gettato alle ortiche per metterselo in tasca e poi mettertelo...
    è quello che ha fatto, appunto, berlusconi il cui governo ha finito di spezzare il collo all'italia facendo schizzare il debito pubblico come nemmeno le peggiori aspettative potevano prevedere, e infatti...

    sul fatto che gli elettori dovrebbero essere più svegli e non accontentarsi di quello che gli (e)mettono nel cervello ti do ragione. infatti stavolta l'Europa non s'è fidata degli italiani alle urne. credo che abbiano fatto bene.

    ciao a entrambi
    buonanotte

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  6. Prima di tutto grazie del benvenuto. Nemmeno io sono molto d'accordo con quello che dici tu ma ti prego non darmi del qualunquista, del "disperazionista" semmai.
    Se uno deve andar in cerca di un minimo fra le stoppie vuol dire che siamo in miseria e questa viene da lontano e non porta da nessuna parte, nemmeno alla cabina elettorale. Tu non ci vai io non so. Parliamone brevemente.

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  7. Lunariu, forse non sono stato sufficientemente chiaro e m'hai frainteso.
    Io vado a votare, sono più le volte che ho votato che quelle che mi sono astenuto (spesso l'astensione è stata causata da problemi logistici).
    Per quanto riguarda il mio discorso "sull'ortica"... volevo tornare al punto che tutto è politica, o meglio che tanti comportamenti ed enunciazioni (anche apolitici, soprattutto apolitici) possono essere facilmente piegati ed asserviti per delle cause politiche che finiranno per incidere sulla socialità. C'è una parte politica (o molto vicina alla politica balorda) cui conviene che si dica che la tutti i politici sono mafiosi e che "fanno tutti schifo". Questo populismo toglie alla gente la politica buona, gli toglie quel poco di potere decisionale e libertà che ancora gli rimangono.

    ti metto il link di un mio vecchio post su alcune questioni attuali affini:
    http://ilpontelunare.blogspot.com/2011/11/gli-antieuropeisti.html

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  8. Dinamo, lo so che ti piacerebbe essere di destra, come lo era per esempio Borges, o come lo è Vargas Loosa, ma non hai il cuore per esserlo. Tu, a occhio, sei uno che si intenerisce davanti alle ingiustizie, o che va in collera quando vede far carriera chi è meritevole per diritto ereditario (il merito si misura in termini di titoli e frequentazioni universitarie, domandati un po' perché...). La destra, quando mostra il suo vero volto, è quella guerrafondaia, identitaria, nazionalista, populista, razzista... Se invece ti riferisci alle teorie economiche liberiste, peggio che andar di notte: quando è l'ora, gli stati liberisti mettono paccate di soldi nelle banche, fregandosene dei propri principi e delle virtù salvifiche del mercato; senza contare che la destra economica mette avanti i profitti ai diritti, sempre, non importa in che maniera ottenuti (i soldi, una volta inseriti nel sistema, sono puliti, piaccia o non piaccia al liberista Roberto Saviano, lui sì di destra, che li vorrebbe squalificare a favore di capitali più virtuosi...). Per quanto riguarda il tuo modo di essere individuo, infine, sei così libertario e avverso alle gerarchie sociali che non si vede come tu ti possa definire di destra. Comunque, fai te...

    Ps: continuo a pensare che le categorie della politica non ti sono chiare, che faresti bene a limitare i tuoi sforzi intellettivi nel campo estetico letterario.

    Ps: il tuo anticonformismo radicale di qualifica ulteriormente, in senso positivo: non puoi fare a meno di dire che ti senti di destra, ma stando come stanno le cose, non puoi che votare a sinistra (dove in genere ci si batte per i diritti, e non si è populisti, né razzisti, né nazionalisti ecc).

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  9. E' che forse non basta una sola categoria per definirsi. Io trovo che alla fine sia limitante "sentirsi" di destra o di sinistra anche perché un individuo magari si trova d'accordo per alcune questioni con un determinato schieramento e per altre no.
    A me tanti modo di pensare della sinistra non piacciono ad asempio (mi riferisco alla sinistra italiana), ma il mio rifiutare le ingiustizie, non essere assolutamente classista, sentirmi più dalla parte degli emarginati ed i diseredati (a prescindere dalle motivazioni che li hanno resi tali), la mia difesa dei diritti di uomini ed anche animali, l'essere anticlericale, antiborghese, antiperbenista (sono una che bada al sodo, gli orpelli esteriori mi fanno sorridere) e tante altre caratteristiche che mi appartengono mi qualificano come una di sinistra.
    Per quello dico che alla fine a me piace più fare un discorso filosofico in cui tentare di esprimere quella che vorrei fosse la mia visione e concezione dell'esistenza e dell'essere umano.
    Probabilmente nemmeno a me sono tanto chiare le categorie politiche (anche perché non ho mai fatto attivismo politico o frequentato partiti, circoli, né studiato politica sui banchi di scuola ecc.).

    Sono d'accordo con quello che dice Dinamo che comunque tutto è politica alla fine, almeno nel momento in cui si finisce per prendere una decisione anziché un'altra.
    E anche il non-scegliere in realtà è una precisa scelta.

    Io rifiuto proprio il concetto di appartenenza, di etichetta, di far convergere la mia identità in qualcosa di astratto e teorizzato a priori.
    Non a caso uno dei miei primissimi amori letterari è stato Pirandello, il quale ha sempre parlato di un'essenza vitale fluida, liquida, seppure costretta nelle tante forme dell'esistenza. Ed ha sempre visto questo lavorìo sociale dell'imbrigliare l'individuo in categorie, definizioni identitarie, ruoli, maschere ecc. come una forma di costrizione massima, di sofferenza, di sistema che blocca e fa morire la "vita". La società, con tutto ciò che ha di "politico" e di nevrotico alla fine è la morte dell'individuo nella sua essenza più vera. Anzi, il concetto stesso di identità è assurdo.
    Una, parlo di me, che condivide pensieri simili, come può incanalarsi politicamente?
    Boh, eppure mi piacerebbe saperlo, davvero.

    Non so Dinamo, ma io sicuramente trovo più facile discutere di letteratura infatti (o cinema, arte in genere). :-D

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  10. P.S.:
    un'altra cosa che detesto (e mi è venuto in mente proprio citando Pirandello) è l'appropriazione da parte della politica di un'opera o di un autore.

    Quando sento dire che Tolkien è letteratura di destra, ad esempio, a me va il fumo negli occhi.

    Le categorie estetiche appunto esulano da determinate definizioni, o almeno dovrebbero, o no?

    Davvero esiste una letteratura (parlo di letteratura seria ovviamente, non di opere di propaganda vere e proprie) di destra o di sinistra? A me fa sorridere tutto ciò.

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  11. Tolkien, ci garbi o non ci garbi, è stato ideologizzato dai gruppuscoli di estrema destra; purtroppo la simbologia magico spiritualista che contiene la sua letteratura si presta bene a strumentalizzazioni politiche e a stupide generalizzazioni. Però bisogna capire anche certo massimalismo di sinistra: gli squarci spiritualistici che l'arte sembra aprire con intenti di crescita individuale (non sempre in malafede), a volte diventano l'ecatombe dei bisogni materiali delle masse. Non vorrei si facesse finta di non sapere che le masse spiritualizzate, di solito, sono quelle succubi dei più feroci dittatori, o al contrario quelle in attesa dell'avvento della grande guida... e che una volta spiritualizzate bene bene sono disposte a tutto, primariamente a rinunciare ai diritti, che vuol dire anche essere disponibili a impoverirsi in nome di un aumento di spiritualità... insomma, le masse spiritualizzate sono quelle che lasciano più spazio alla produzione dei profitti dei vecchi ricchi... senza dire che facendo spazio alle individualità eccezionali che stanno nelle loro menti giustificano la finta meritocrazia che sempre i vecchi ricchi premia...

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  12. Ma io vorrei parlare di individui, non di masse.

    Mi sembra tautologico che la spiritualizzazione di massa sia un tentativo di soffocare il diritto del singolo, in quanto, semplicemente, non riconosce più il singolo ed i suoi bisogni, ma solo l'ideologia - o spiritualità - cui lo si vorrebbe sottomettere. Che è esattamente quello che fa ed ha fatto anche la Chiesa per secoli, tanto per fare un esempio: in nome di una verità che dovrebbe liberare, emancipare l'individuo - tramite l'educazione del suo spirito - in realtà sottomette e controlla la massa.

    Io intendevo dire però qualcosa di diverso e cioè che l'arte dovrebbe essere sempre analizzata secondo le categorie estetiche che le competono e non le si dovrebbero attribuire valori e concetti che non gli appartengono tipo le definizioni politiche.
    Giudicando un romanzo, una poesia, un film ci si dovrebbe limitare a dire se l'espressione formale ha raggiunto lo scopo di enunciare - e quanto bene o male lo abbia fatto - quei contenuti che si era prefissa di far passare. Punto. Se i contenuti poi esprimono valori di destra o di sinistra non dovrebbe interessare ai sensi di una critica oggettiva, esulando il giudizio estetico dal giudizio morale.

    Parlando terra terra, qualora nel definire Tolkien un grande autore venissi additata come un'estremista di destra, mi metterei a ridere perché trovo improprio questo far convergere un giudizio morale, politico ecc. con il giudizio estetico.

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  13. A me Tolkien fa c****e ...
    Poi però mi basta pensare a un qualunque pezzo di Jovanotti perché mi venga l'impulso di iscrivermi a Casapound ...
    Una massa spiritualizzata è un'ossimoro ...
    Tuttavia farei qualunque cosa perché tutti abbiano da mangiare.

    Ciao
    Massimo

    PS Riesco a postare solo con l'account Google ...

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  14. @ Massimo

    Hai dato un giudizio su Tolkien, come dire... di pancia (in senso letterale e figurato). :-D

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  15. @Larry

    Mi garba che dalla mia scrittura si capiscano così tante cose, vuol dire che presto a word e all'editor blogger più carne di quanto pensassi. In effetti, hai fatto un quadro abbastanza giusto delle mie pulsioni, anche se a me di essere di destra (anche di quella destra) non piacerebbe. non ho alcuna autorità su me stesso figurati se posso esser tifoso dell'autorità di chicchessia. il punto che volevo mettere nel vetrino era un mio maggiore interessamento per l'individuo rispetto alla massa, a livello concettuale basico, direi (il che non è proprio di sinistra); questo è l'unico punto per cui potrei essere di destra,credo, anche se sono consapevole che non credendo io ai frutti dello svilupparsi e dell'aggredire che la vera destra fa dell'individuo sono, in quel contesto politico, un pesce fuor d'acqua. tant'è vero che ho sempre votato a sinistra, anche quando la sinistra accalamitò qualsiasi cosa gli stesse a tiro(e non poteva che far quello), pur di fronteggiare berlusconi... ai tempi di Prodi.
    quindi le nostre conclusioni non sono diverse. crebbi d'altronde colle canzoni di De André e l'autorità m'è sempre stata sul cazzo. è anche vero che non mi scendono proprio la vessazione e l'ingiustizia sociale.
    mi stanno però sul cazzo le retoriche, di qualsiasi tendenza e lo speculare sui contenuti che l'Arte produce. il discorso su Tolkien è esemplare. il fatto è che a me la politica può anche non interessare, ma alla politica potrei interessare io, o quel che scrivo. è per questo che me ne interesso. e non credo di non conoscere le categorie della politica, riconosco, tempo andando, sempre meglio il cioccolato dalla merda, ciò che verrà sensibilmente accalappiato dal braccio della strumentalizzazione con più facilità e ciò che dovrà essere vasellinato con più cautela.
    con questo voglio dire che uno scrittore dovrebbe avere anche un pizzico di consapevolezza di quello che potrebbe catalizzare una sua certa cosa scritta, ma so anche bene che ciò può avvenire solo con una sintesi, un processo di natura "biologica"... di sicuro la cosa che mi preme è non creare o impastare enunciati che possano piacere a gente che ha in spregio la libertà.
    che poi ci sia sempre qualcuno che può forzare le tue parole o strumentalizzarti per suoi fini questo è ovvio... pensa appunto ai tanti artisti di cui abbiamo parlato ultimamente caduti nelle mani sbagliate...

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  16. Ho letto tutto il post con attenzione ed anche i commenti con attenzione maggiore...e penso a ciò che hai scritto da me. Francamente ci sono molte cose che non mi quadrano. Necessita quindi una riettura più attenta e maliziosa per capire fino in fondo dove finisce la realtà e comincia la recita. Ciao

    RispondiElimina
  17. La realtà Lunariu? La realtà non esiste perché ce ne sono troppe in giro. Esistono solo enunciati da enunciare e enunciati da non enunciare. Esistono, ma non ne sono sicuro, le parole. quelle che ci inguantano di più e quelle meno. per il resto è tutto una recita...

    sai che diceva Landolfi: ""Niente di quello che ho detto è vero. Non perché non sia vero ma perché l'ho detto"

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