La visibilità letteraria e il narcotraffico di idee narrative

Zelig, un film dove Woody Allen, senza tentennamenti, smaschera e sbugiarda tutti i suoi sosia e famigli clonati durante il maccartismo 
Preembolo:
primo post di marzo, non nascondo un procellosa emozione fluttuarmi in tra le ossa, tenia tene conto.  


Svagamento:
leggo molto, come sapete, almeno dieci litri di libri al giorno, venti quando sono in vacanza, come oggi, o in villeggiatura al sole come in questo periodo di svago e relaz. Leggendo leggendo, leggendo leggendo, uno scava, e scavati oggi che ti scavo domani, scopri, scopri una mareggiata di tetti: che viene fuori? un'osservazione pertinace: si plagiano tra di loro, come i ricci, mi riferisco a quelli che scrivano i libri. Ma plagerie di brutto. A pisciarella. Sapete chi ci rimette? I troppo minori. Uno come Landolfi, per esempio, che scriveva per mettiamo mille persone in tutto, ci rimette tutta l'impresa. Lo spellano, lo lasciano in mutande, manco la fiche del riscatto... ai suoi danni ho contato finora un centinaio di scopiazzature di blando stile, tanta influenza sui colleghi (e febbri equine) ma la cosa più astuta che ho scoperto è questa: cinque-sei plagi pieni, ma pieni pieni, nel senso proprio di fregarsi l'idea pari e patta, fronte-retro, in tronco. Cazzi suoi. 
L'ultima scopiazzatura oggi, è fresca: mentre ero in tram, leggevo tra i cigolii della ferraglia messicana, quando mi passa agli occhi come una mosca: trac! l'ho acchiappata farabutta! poi, con stile, garbo, lentezza, ho tolto il lapis dalla insenatura dell'orecchio, e ho cerchiato un periodo sano, sarà stata una buona mezza pagina, anche di più... tutta sciroccata. 
Chi legge venti litri di libri al giorno come me sa che gli scippi sono al menù del giorno.


Allora, cari lettori, conviene scrivere per quattro gatti, che sciaguratamente fanno lo stesso mestiere tuo, e ti fregano le idee, e passano davanti al grande pubblico per cui invece sanno scrivere loro come dei fiori appena bisbocciati?
Non ne faccio questione, sia chiaro, anzi, io sono che in arte quello che è mio è tuo e via  senza more (per tutto il resto c'è la SIAE... mah), era più che altro per dire che a far man bassa nel tavolaccio degli altri è piacevole (io tutte le mattine, frego brioche, caramelle, gingomme) , però cazzo bisogna pure farlo con stile... farsene accorgere sì (ma anche no), ma poi andare per conto proprio. E soprattutto, vedere ciò che si ruba, a chi e come lo si riutilizza. 
E poi voglio pure dire Evviva i Robin Hood della letteratura che rubano ai ricchi di letteratura per dare ai poveri di letteratura. 
Io sono per questo narcotraffico. E lo dico. Ed a dispetto del tono, che è tutto fuorché compunto, lo credo davvero.
C'è una bella intervista a Bolaño, dove gli chiedono se l'idea di un suo libro La Letteratura nazi in America l'ha rubata come sembra a Borges, vero? e lui: in realtà no, Borges l'ha rubata a quell'altro che l'ha rubata a quell'altro ecc. Gli scrittori so' catenacciari. Non si capisce ancora chi sia a capo della filiera della letteratura nazi in America. La cosa mi dà molto gusto. Mica si può sempre ripartire da Adamo ed Eva. 


Vado a leggermi, a tal uopo, un'idea di Beckett su come spiegarsi colle donne. Pò essere utile. 




Nel prossimo numero del Ponte Lunare troverete un post che parla di... dieta mediterranea alimentazione sana e prova costume (scherzo)
Nel prossimo numero parlerò probabilmente dell'Islam in maniera seria, contro l'idea che per causa dei media nutriti dai governi l'opinione pubblica s'è fatta sulla natura politica di questa religione, cosa per niente vera. Qui, ancora una volta, non scherzo, veramente. 
Il post sarà serio, perché l'argomento non è il matrimonio, vedrò quindi di arrivare a parlarne nelle migliori condizioni, se la palla di sole che mi sta sopra la finisce di giocare a sponde colla mia testa.

Qui da Ciudad Juárez, in Messico, ad uno sputo dalla frontiera cogli USA, è tutto, nonostante mentre scrivo continuino a morire donne nella serie interminabile di sangue e assassinii ivi consumati... oltre al femminicidio infatti, come sapete, Ciudad è una delle città più sanguinarie e pericolose del mondo. 
Spero nei prossimi giorni, che saranno accavallati tra letture e la stremante ricerca di uno scrittore tedesco (in fetore di Nobel) scomparso da tempo ma che secondo fonti attendibili si aggirerebbe proprio qui,
di postare sull'islam, o di dare, almeno, aggiornamenti sulle operazioni letterario-investigative in corso d'opera. 


Marzo è un bel mese. Godetevelo.

Commenti

  1. e d'accordo con l'amico Arsenio L.: è copula. o copiola.
    moltiplicatevi.

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  2. specchiati: http://www.youtube.com/watch?v=QGtxN_Y3tVg ABOMINEVOLE!

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  3. prendete e masterizzatene tutti

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  4. Il Landolfi della poesia si chiama Lorenzo Calogero. Sul plagio scientifico della sua opera, misconosciuta per quanto autenticamente grande, hanno costrito la loro fama, onori e premi compresi, almeno tre tra i più osannati poeti degli ultimi due decenni. Se la narrativa è una latrina nella quale una muta di mediocri mestieranti si arrabatta a spolpare imnprobabili ossa, la poesia è una fogna, la madre di tutte le latrine.

    Alì Ghieri

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  5. Alì,
    io penso che facciano bene a fottere. Basta semplicemente vedere come lo si fa. se è un'imitazione becera, a poco serve. se è un trampolino di lancio, è un'altra cosa.
    certo è meglio inventarsi da sé la propria roba, ma io credo sia stato un bene che Bukowski abbia tanto saccheggiato a Fante, a Céline, a Hemingway.
    per dirne uno.

    Di Lorenzo Calogero mi parlò un essere superiore qualche anno fa e me lo fece conoscere.
    non dubito l'abbiano ripulito ben bene.

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  6. Dinamo abbisogna tu sii più chiarevole: chi ha copiazzato? Riportare i passi di precisio... senonamente l'è interpretabile, codesto post, come antinfangatura preventiva...

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  7. Larry,
    Il post non ha alcun intento accusatorio, e credo nemmeno critico, difende sia sostanzialmente che formalmente (l'ambientazione di questo pseudoracconto-post non è quella di un romanzo di Bolano, 2666?) il "plagio" artistico, nonché sostiene che spesso una forte minorità letteraria può rappresentare un serbatoio di idee in ombra per molti, ma non per gli specialisti. nulla di male.
    d'altronde, non parlammo già di quando in Hilarotragoedia Manganelli attinge ad un bel brano consistente della Biere du Pecheur di Landolfi?
    Anche Cavazzoni ammette in un'intervista di aver mutuato una certa immagine della luna da Landolfi.
    Io ne ho pescate altre, di riproposizioni... così come in Landolfi si respirano spesso arie ed ariette già respirate, con naso diverso certo perché Landolfi non ci crede, in altri scrittori a lui cari.
    D'altronde mica mi va di scrivere un libro sui furti a chicchessia, mi pare che ci siano studi per questo: ricordo di averne pesato una volta uno in biblioteca sui debiti di Marino che pare (anche per sua ammissione) che ce l'avesse proprio come poetica. e non era un manierista.

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  8. Ciao Dinamo,
    interessante post, come sempre, ricco di spunti.
    Riguardo al plagio, io credo che a volte non si tratti di plagio volontario, ma del fatto che gli uomini da sempre si pongono le stesse domande e spesso si danno le stesse risposte (evoluzionismo V diffusionismo).

    Ovvio che poi la divulgazione culturale fa sì che ad emergere siano i pensieri degli autori più noti e conosciuti, anche se magari esprimono idee che qualcun altro ha affrontato prima di loro, ma mai venute alla luce (o venute alla luce solo in ambiti di nicchia culturale).

    Spesso, leggendo qualche autore e meravigliandomi di un concetto, un pensiero, una frase, cerco di condividerla con chi mi sta accanto ed il più delle volte mi sento rispondere: "ah sì, nulla di nuovo, l'aveva già detto tizio e caio"; poi vado a prendermi tizio e caio e scopro che sì, l'avevano detto per primi, ma in maniera leggermente diversa.
    Ognuno aggiunge qualcosa di suo, di nuovo, ciò che conta è come un stesso pensiero viene poi metabolizzato ed espresso.
    E, a quel punto, credo divenga una questione non più tanto di contenuto, quanto di forma. A quel punto l'originalità deve consistere nella nuova forma in cui l'autore ha cercato di racchiudere un pensiero già precedentemente espresso.

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  9. Grazie Biancaneve.

    rimanendo sulla tua traccia, ho pensato e scritto alle volte che gli scrittori italiani più bravi scrivono la nostra lingua in una maniera abbastanza somigliante. forse perché chi scrive bene, non fa altro che ricercare le armonie che la lingua ha di suo. e vuoi o non vuoi, per quanto uno possa essere originale, la musica, il ritmo, le parole appartengono a tutti, cioè alla lingua, e non agli scrittori.
    lo scrissi qui: http://ilpontelunare.blogspot.com/2011/08/corso-accelerato-di-letteratura.html

    ciao Biancaneve

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  10. L'unica soluzione è cercare sempre farina dal proprio sacco ...
    ispirazioni da altri sono componenti naturali di ogni espressione artistica ... i plagi no, non sono MAI ammissibili, a meno che non ti chiami Bach e hai preso un tema musicale da Vivaldi ...
    Che poi i visibili attingano ai minori, meno fortunati ma magari migliori, facendosi belli, lo trovo ignobile.
    In questo esigo la purezza. Per il resto della purezza me ne frego, ma in questo caso no.
    In altre epoche potevano essere tollerati i "furti", fatti tra personaggi di livello. Ma oggi, nella piattezza collettiva i "furti" vanno esecrati. Puniti severamente ... con la reclusione in qualche riserva ...
    Se per scrivere un libro del c***o devo attingere a x e y, tanto vale che non scriva niente.

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  11. massimo, plagi così roboanti in letteratura sono rari. se mi parli di musica no, è un continuo, hai visto che pure silvio pare aver sottratto note e parole a un cantante meglio noto come J AX?
    io parlo di spunti, abbozzi di idee. Bolano, che mi dicesti ti piace, è stato un lettore vorace e si è pappato tanta roba... ma è stato cmq originale in molte sue parti. penso si sia inventato (poi non vorrei dire una scemenza) un modo di raccontare che prima non esisteva, un modo direi monografico, o tematico.
    secondo me, l'originalità è una gran cosa ma non deve diventare una fobia. si può fare grandi cose pure aggrappandosi a chi ci sta affianco o indietro.

    ciao

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  12. Spunti e abbozzi, naturalmente, sono inevitabili. Ma dopo dobbiamo essere originali, nel senso di andare all'origine della nostra ispirazione, del nostro essere, se vogliamo. Saremo sempre "simili" a qualcos'altro, facciamo pur parte dello stesso pianeta ... ma il tentativo è quello di trovare una "voce" che sia nostra e anche se questo tentativo è illusorio e destinato al fallimento, la differenza tra chi è in questa direzione e chi no, balza lampante agli occhi del ... "cuore"? come chiamarlo?

    PS Marzo è il mio mese. Grazie per averlo definito bello, non a tutti piace.

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  13. Bolano ha una sua "voce". Quindi può permettersi di prendere spunti e idee altrove.

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  14. Bolano, credo io, di voci ce ne ha veramente tante. beato isso. sa fare tutto. secondo me, era arrivato ad un punto che poteva fare grande letteratura a commissione. come al tempo delle corti. o come ai tempi nostri... (ma in format diversi). quei format lì però non credo li sapesse maneggiare. non è detto eh...

    marzo è veramente bello.
    a me piacciono le mezze stagioni che, notoriamente, non ci sono più :)

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  15. Si scopiazza lo stile, che è una cosa, e si scopiazza pure il contenuto, in certi casi. In linea di massima ce la intendiamo tutti, che si prenda lo spunto da quell'autore o quell'altro ancora va anche bene ma i contenuti son sacri.
    Se non si ha una fava da dire, da comunicare, è vero, non vale la pena spendersi a fare la copia di quel che c'è.
    Delle esperienze ognuno ne fa anche simili e pure di nuove, ognuno una storia a sé.

    Ci ho brutti ricordi a Marzo ma mi garba uguale.

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    1. considerare l'originalità a tutti i costi una scemenza, non rivela già la presenza di un'etica da parte dell'autore?

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    2. Un'etica di fondo ce la devi avere, altrimenti dove si va a finire? dico io e se lo domanda e dice pure un altro. L'argomento che hai affrontato merita e risponderti così su due piedi mi riesce difficile. Da ignorante, marcio, dico che se si scopiazza anche con tutta la perizia da scopiazzatore rimani uno scopiazzatore che sia nello stile e nei contenuti, lo spunto è cosa ben diversa, serve poi ad andartene per fatti tuoi e l'etica, qui, ci sta, ce la metto. L'etica o coscienza qualcuno ce l'ha altri no, se qualcuno ne è provvisto tanto meglio, se la godrà!

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    3. sono d'accordo sull'etica.
      cmq, nessuno o quasi scopiazza come forse ti sta balenando in mente a te: alla grossolana. quando si dice "io fo un libro di genere poliziesco" secondo me vuol dire che ha in mente alcuni gialli che ha letto, e dentro quella traccia si assetta, come un autista di taxi. poi inizia il viaggio. la letteratura è una città che riscrive continuamente il suo piano regolatore e sfascia e rifa di continuo le strade, altro che i disastri urbanistici italiani... è tutto uno sfascio dalle parti dell'arte. i generi servono come i segnali stradali, come le targhette, sono bussole... alla fine puoi o puoi non averle in mente, dipende da te. tanto, alla fine, frega niente a nessuno...

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  16. dujardin o joyce?
    a proposito, che te ne pare della nuova traduzione dell'Ulisse? (newton compton)
    più precisa ma meno canticchiabile,a me pare.
    ciao

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    1. Dujardin è il miglior attore, Joyce non è il migliore scrittore, solo che l'Ulisse è l'opera migliore di una manciata di secoli e passa... un po' come la Divina commedia. Proust gli è superiore come scrittore, ma l'Ulisse arriva dall'altra parte in un giorno, la Richerche ci mette na vita e non ci arriva dall'altra parte (qualche volta ci arriva, in crociera)... insomma, nell'Ulisse c'è lo zampino del diavolo. è il miglior romanzo e la maggiore poesia del novecento. io credo che Joyce fosse uno dei tanti scrittori in circolo per l'europa (Gadda se lo sarebbe pappato a colazione), solo che al diavolo venne voglia di scrivere un romanzo, e gli servì un po' d'ossa e mani per stilarlo sulla carta. fu peggio che vincere alla lotteria. dopo la combina, il diavolo gli lasciò pure un vitalizio di appunti e suggerimenti, e ne venne fuori Finnegans wake, e Joyce perse le staffe.

      Ho visto la nuova traduzione della newton, ma non so rendermi conto di cosa sia meglio, non ho mai letto l'Ulisse in inglese, è superiore alle mie forze linguistiche. io sono abituato alla ritmata di de angelis. credo che mi tengo la mia... ché il ritmo è importante

      ciao

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    2. volevo aggiungere per i curiosi che sto scrivendo uno studio incrociato sulla doppia vita di san giacomo da dublino e sul periodo di possessione demoniaca sopraggiunta in sul calare dei trentanni su per giù (ma si può scrivere anche tuttattaccato?) si chiama Piccolo diavolo, una storia di dublino. l'editore è fiducioso, dice grossa tiratura immediata... nel cesso.

      ciao. (sempre l'editore, a me)

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  17. pablo favoloso cubista4 marzo 2012 alle ore 22:22

    e va bè

    poi?

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  18. e Fabrizio De André allora?

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  19. primo premio viaggio a ischia x 2 (essere umani esclusi)13 marzo 2012 alle ore 10:38

    De Ché?

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