Il libraio formidabile - dal diario nullo tomo sfuso di giugno




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Il libraio dove vado io ogni tanto a guardare i libri si mantiene al gioco d’azzardo. Basta vedere quant’è fornito per capire che non potrebbe mantenersi con la vendita dei libri. Ha le case editrici più belle. Gli autori più raffinati.
Non c’è mai nessuno.
Ed anche lui, come dire… c’è e non c’è.
Mi chiedo se sia un lettore accanito in prima persona o un mecenate o un imbroglione. Chissà, probabilmente fa parte di quella razza formidabile e rara di lettori che leggono tantissimo ma non parlano di libri e non hanno interesse a dibattere di cultura. Che non credono che parlare di letteratura sia una faccenda seria.
Invece parla di gioco.
Di solito mi racconta delle sue invenzioni di sistema per sbancare i tavoli del totocalcio. L’ultima volta m’ha detto che la Juventus l’ha fregato, che se fosse entrato un suo pupillo dal primo minuto, ora poteva chiudere (resta imprecisato che cosa: la libreria o la sua vita così com’è? Nel suo modo di parlare, non sono sinonimi).
La volta prima ancora mi aveva fatto vedere una bellissima bolletta, con tre euro se n’era intascati mille puliti puliti.
Più o meno.
Qualcuno del suo giro gli ha dato del bastardo perché secondo lui aveva avuto una soffiata da qualche calciatore ma si era tenuto tutta per sé la partita parlata. "Sennò col cavolo che fai mille euro giocandotene tre".
A tutto il libraio oppone un'implacabile smorfia con tanto di schiocco con la bocca.


Ho detto che in libreria non c’è mai nessuno ma non è vero. Non ci sono quasi mai i lettori, ma giocatori ce ne sono da riempire un casinò. C’è sempre grande allegria tra di loro perché è tutto uno sfottersi e sfottere i sistemi degli altri. Una strana compagnia che parla solo di quote snai e si butta via dalle risate. Spesso quando non riescono a mettersi d’accordo chiudono i loro discorsi con una domanda che mi ha spiegato il libraio sostituisce a pieno titolo il più triviale mandare a quel paese il saccente interlocutore: la domanda è la seguente: “Ci vai al mare quest’anno eh? Bravo bravo”.
Ogni volta che vado in questa libreria mi sembra di stare in un centro scommesse che per qualche arzigogolato sistema vende pure libri. E libri belli. Ma quasi nessuno li compra. Nemmeno io che leggo ormai solo libri elettronici.



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